mercoledì 11 giugno 2008

L'importanza di un quarto d'ora


Ieri mi chiama a rapporto il mio capo ufficio. Dovete sapere che, per problemi pratici, entro ed esco dal lavoro un quarto d'ora prima degli altri. Questo mi permette di prendere un treno utile in orario decente. Arrivo a casa, Laura esce e va al lavoro ed io affronto al serata con i bambini. Per successivo c'è da aspettare oltre un'ora.
Ho fatto una paio di ritardi nell'ultima settimana e la cosa è stata mal digerita.
"Ti devi organizzare perchè dalla settimana prossima fai l'orario degli altri. Lasciarti ancora andare via prima dei colleghi scombussola l'organizzaione dell'ufficio! ok?"
"No, non è ok. Ed un quarto d'ora non scombussola un ufficio, da fastidio a qualcuno!"
"Diciamo che crea un precedente e che mi mette in difficoltà!"

In tre anni che sono qui, i dialoghi che ho avuto con lui si contano sulle dita di una mano e sono tutti di questo tenore, poco più che sfuggenti monologhi. Non è uno che gli piace molto il contradditorio o dare delle spiegazioni. Ma quello che mi dice è sufficente.
Esco e la corrente d'aria provocata dalla porta che si apre fa sbattere l'uscio. Sembra che sia stato io e la cosa non mi dispiace sinceramente.

Mentre me ne vado a casa, apppunto, con uno degli ultimi treni che prenderò alle 16.58, rifletto bene e penso a tutto quello che avrei voluto dire e non ho detto. Mi riprometto di farlo il giorno successivo ed è per questo che butto giù una lettera che mi serve per fare chiarezza ed ordine nella mia mente.
Oggi quando sono andato di nuovo da lui per parlare chiaro avevo, grazie alla lettera, la scaletta ben organizzata in testa.
Ha ascoltato le mie ragioni, mi sono sentito bene, ma purtroppo non è tornato sui suoi passi.
Ve la faccio leggere. Sono soltanto i miei punti di vista e non c'è obbligo di condivisione
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Lettera al direttore


Egregio Direttore

In riferimento al nostro colloquio di ieri vorrei fare alcune riflessioni ed il senso di questa mia è quello di un pacato e sereno confronto, tra persone mature.

Credo, collegandomi a ciò che le ho già detto ieri, che il mio quarto d’ora sia più un elemento di disturbo o, meglio, un qualche cosa a cui appigliarsi, più che un vero e proprio problema per l’organizzazione dell’ufficio.

Da tempo noto una certa insofferenza nei miei confronti e certe misure adottate nei miei confronti lo testimoniano, sono sufficentemetne intelligente per capire che state facendo della pressione.

Vorrei sapesse che per “colpire” me in quella che considera una sua concessione ciò che in realtà è veramente minato è un equilibrio nell’organizzazione della mia vita famigliare. Sa benissimo da sempre che mia moglie lavora in orario serale ed esce di casa nel momento in cui io arrivo o poco dopo. Io, a casa, o il compito ed piacere di seguire i nostri bambini. Questa sua scelta, la revoca del quarto d'ora, ha come conseguenza che per il mezzo successivo devo aspettare oltre un’ora. Il mio arrivo a casa è quindi posticipato di circa un’ora e mezza. A che pro?

Come lei mi ha anticipato, la cosa “scombussola” l’organizzazione del lavoro ed ha il sentore che i colleghi si infastidiscano per alcune mie assenze.

Tenga presente che i colleghi hanno figli grandi o non hanno figli. La situazione è fortemente diversa.

Le mie assenze sono sempre legate a reali necessità famigliari e sempre nell’ambito della legittimità di quanto la legislazione sul lavoro mi assegna di diritto.

Avverto che viene messa in discussione una mia scelta personale e cioè che la famiglia viene prima del lavoro. Siamo su due posizioni opposte e la mia non è in discussione. Ritengo che in Italia, e lei che è un politico navigato lo sa, si parli molto di famiglia ma si faccia gran poco. Io cerco di fare la mia parte per la mia famiglia, nulla di più.

Se il suo richiamo, come molti altri provvedimenti presi nei miei confronti negli ultimi tempi, è indirizzato ad un certo inquadramento disciplinare, parliamo della disciplina non giriamoci attorno! Le assicuro che se non fossi una persona responsabile le mie assenza potrebbero essere state pretestuose ed in numero maggiore, invece, e le assicuro anche questo, sono ridotte al minimo.

Quello che più la infastidisce è che forse ho mantenuto una certa libertà che altri non hanno perché asserviti alle necessità dell’ufficio. Sono fiero della mia scelta e della mia scala di valori.

Non le chiedo di ritornare suoi passi ma che si renda almeno conto che per me le conseguenze di questa sua arbitraria decisione sono più destabilizzanti di un quarto d’ora passato in ufficio e sopratutto vanno a colpire una realtà che esula completamente dal nostro rapporto. Si poteva affrontare la cosa per altra strada ed evitare di attaccarsi ad una concessione fattami 3 anni fa. Da buon politico passa all’incasso!

Da ultimo: lei sa da mesi che io sto cercando di andarmene da qui, che sto cercando altro lavoro, si tratta di avere un po’ di pazienza e tolgo il disturbo.

7 commenti:

marco ha detto...

Complimenti per la tua determinazione e risolutezza. Finalmente qualcuno che invece di lamentarsi e basta ( magari sfogandosi con la famiglia) agisce e si fa valere. Sapere che esiste un padre che insegnerà ai suoi figli questi valori , aumenta la percentuale di speranza per il futuro.( in seguito ti invierò le mie coordinate Ibam per il compenso pattuito per i complimenti!) Marco.

Simone ha detto...

grazie per le gentili e gradite osservazioni. Per ora non è servito a nulla, speriamo in qualcosa di meglio per il futuro.

ciao Simone

PS quanto prima ti verso ciò che abbiamo pattuito

Unknown ha detto...

Bravo Simone.
E' ora di smetterla con le ipocrisie che si sentono in giro dai nostri politici, ai fini di tutelare le famiglie.
Purtroppo dal punto di vista politico, l'unico comportamente accettato/permesso (benchè si dica il contrario) è quello che non vada contro lo spirito di "Aziendalità".
Ma purtroppo è ora di smetterla con la tipica ipocrisia Italiana : esiste, come da te segnalato, un problema di cultura generale, e di sicuro il tuo "quarto d'ora stabilito", stà più sulle scatole a qualcuno dei tuoi colleghi che all'azienda.
Ed è questo secondo me il punto vero e proprio : siamo Italiani !!!!
ci lamentiamo tutti che la politica non tutelala famiglia, ma appena mi capita l'occasione di poter applicare personalmente lo spirito di solidarietà, mi tiro indietro, perchè prima viene il mio orticello, poi vien quello degli altri (e non importa se nell'orticello degli altri siano in quattro a sfamarsi !!).
Idelfo

Simone ha detto...

grazie, simone

corzen ha detto...

Caro Simone, ti auguro al più presto di trovare un nuovo posto di lavoro, che ti dia più soddisfazione emaggiore possibilità di stare vicino alla tua bellissima famiglia....Complimenti per quello hce hai scritto e ancora di più per averlo pubblicato sul web

Simone ha detto...

Corzen, grazie anche a te per tuo abbraccio virtuale e per le parole sia di incoraggiamento e di conforto. Sono sereno e sto comunque vivendo serenamente e con la giusta distanza quello che succede attorno a me.
Auguri anche a te per la nuova avventura....

Unknown ha detto...

caro Simone,
la tua è una bella risposta.
Sei in pace con te stesso e il tuo capo adesso probabilmente lo sa ... e forse questo non gli fa tanto piacere!!!
baci a laura e ai gioielli
andrea