IL KAIROS, L'ASMA E LA LUNA PIENA
Avevo sentito, durante la Messa della mattina, un'omelia centrata sui vari kairos del celebrante.
Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, chronos e kairos. Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa " un tempo nel mezzo", un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade. Nel Nuovo Testamento kairos significa "il tempo designato nello scopo di Dio", il tempo in cui Dio agisce "momento giusto o opportuno" o "tempo di Dio".
Questa parola mi frullerà in testa, in quanto nuova e strana, oltre che ripetuta in modo ridondante durante quell'omelia, per tutto il giorno.
Da tempo penso, differentemente dal passato, che un imprevisto, un cambio di programma, una sorpresa inattesa siano degli intoppi fastidiosi solo ad occhi miopi. Allargando le nostre vedute ed elasticizzando le nostre posizioni, un evento non previsto, un incidente possono essere benissimo degli interventi del destino per farci provare qualcosa di diverso o per farci andare in una direzione che altrimenti non avremmo mai preso. Lo si chiami come si vuole, il destino, ma agli occhi di un credente quale cerco di essere con i miei ovvi limiti di uomo e con le difficoltà che normalmente incontro, un inconveniente fa pensare che nulla viene per caso e che tutto ha un senso se visto in un'ottica allargata oltre a quello che stiamo facendo. Certo, al momento un imprevisto è scocciante ma se ci si sofferma un attimo e si va oltre....beh lo è forse molto meno.
Non stavo bene da sabato e domenica questa fastidiosa asma non dava cenno si smettere ma, anzi era "ingravescente e resistente alla terapia abituale" come recita il referto del pronto soccorso al quale sono dovuto ricorrere per sentire nuovamente entrare aria nei miei polmoni.
Ci sono arrivato alle 20 circa per andarmene oltre le due della notte.
Durante queste ore, durante le quali ero tenuto solo a respirare ossigeno e lasciar entrare cortisone nelle ie vene, mi sono letto un libretto breve di Enzo Bianchi sul Padre Nostro. Non prendetemi per pazzo ne tantomeno per fondamentalista ma si da il caso che da una curiosità ne nasca un'altra e poi un'altra ancora e ci prendi gusto oltre che non essere mai finita. Quella che recitiamo quasi sbadatamente con abitudine satura pensando magari ad altro, è una brevissima preghiera ma rappresenta la summa di tutto il Vangelo. E' di una portata straordinaria che si scopre solo se un attimo curiosi. Me lo portavo, quel libretto, in borsa da un mesetto circa, senza aver mai avuto il tempo di sfogliarlo e ci sono riuscito al PS. Pensa te!
Finchè ero li ne ho viste veramente di tutti i colori, inutile dirlo: ubriachi, gravidanze a termine, un'ustione facciale da paura, un turista con una gamba rotta, un amico lavapiatti con un dito tagliato, ecc.
Alle due e 20 mi dimettono ed inizia la mio lungo e faticoso rientro a casa. Giornata pesante, stanchezza e, nonostante il cortisone e l'ossigeno, con il respiro ancora affannato. Quindi decido di andare con calma, a casa sono avvisati. Vado tranquillo.
Per il primo quarto d'ora, giuro, non incontro nessuno. Un silenzio mai sentito prima, neanche il minimo rumore di un passo lontano, di un balcone, di un condizionatore, o di una pantegana che si butta in acqua. Nulla di nulla e nessuna anima viva. L'aria è fresca e si sta da Dio, veramente. Arrivo di fronte la chiesa dei Miracoli. La luce fioca e romantica dei lampioni illuminano i suoi preziosi e colorati marmi policromi, il fianco si riflette un po' confusamente sull'acqua del rio omonimo. Ma...alzo lo sguardo lungo lo scorcio del rio stesso e vedo una luna piena meravigliosa già molto alta nel cielo.
Durante la giornata aveva sempre piovuto e, credo, anche durante la mia permanenza al PS perchè i masegni delle calli sono bagnati di fresco. Ma ora no, ora è una nottata stellata e indimenticabile. Ma quando la rivedo una Venezia così? Da quando son tornato non sono mai uscito la sera solo per vedere la "notturnità" veneziana e poi a queste ore, figurarsi! A questo punto spero solo di non incontrare nessuno fino a casa, ma so già che è impossibile. Qui trovi sempre qualcuno ad ogni ora della notte e del giorno. Infatti poco dopo sono in Strada Nova e più o meno siamo in 3 o 4 nottambuli. Ma anche qui! Una strada affollatissima di giorno, un'autostrada, per capirci, ora la vedo vuota! Ma veramente vuota! Una visione assolutamente anomala. Proseguo e quando sono a Santa Sofia, si apre il campo da dove si prende il traghetto (gondola, non vaporetto) per Rialto e al di là del Canalazzo, bella, solitaria, elegante ed illuminata dalla luna fa bella mostra di sè la Pescheria.
La luna...ho l'impressione che le piaccia nascondersi tra le calli, per sbucare poi quando gli spazi si fanno un po' più ampi e per farmi un po' di compagnia. La ritrovo davanti a Ca' Pesaro che dal ponte del Billa (sigh! e chi lo sa il suo nome vero?) scorgo oltre il Canal Grande e poi quasi a casa.
Una serata sorprendente e piena di cose belle! Faccio in tempo anche a mangiare un trancio di pizza trovato lungo la via alle 2.45!!! cose da non credere in una città che muore (luogo comune dei più fortunati e dei meno veri). Arrivo a casa alle 3 o giù di li.
Forse è troppo pensare che questo inconveniente dell'asma, sia un kairos per me, un tempo di Dio che rappresenti una svolta od un'inversione.
A causa della massiccia impollinazione aspirata, però, ho visto una città che amo in uno dei suoi aspetti più meravigliosi (quando avrei potuto? io poi che con rammarico non la vivo neanche di giorno?!), mi sono fermato un po' nella mia vita frenetica passando molto più tempo del previsto con figli e moglie (3 giorni di malattia), ho letto un libro che volevo leggere da tempo, sto dedicando un po' di tempo anche a me stesso.
Insomma non sarà magari niente di particolare però sono stati dei bei regali imprevisti che mi fanno pensare proprio che nulla avviene per caso e che se guardiamo gli imprevisti da un altro punto di vista, meno egocentrico, forse li malediremmo un po' di meno.
Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, chronos e kairos. Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa " un tempo nel mezzo", un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade. Nel Nuovo Testamento kairos significa "il tempo designato nello scopo di Dio", il tempo in cui Dio agisce "momento giusto o opportuno" o "tempo di Dio".
Questa parola mi frullerà in testa, in quanto nuova e strana, oltre che ripetuta in modo ridondante durante quell'omelia, per tutto il giorno.
Da tempo penso, differentemente dal passato, che un imprevisto, un cambio di programma, una sorpresa inattesa siano degli intoppi fastidiosi solo ad occhi miopi. Allargando le nostre vedute ed elasticizzando le nostre posizioni, un evento non previsto, un incidente possono essere benissimo degli interventi del destino per farci provare qualcosa di diverso o per farci andare in una direzione che altrimenti non avremmo mai preso. Lo si chiami come si vuole, il destino, ma agli occhi di un credente quale cerco di essere con i miei ovvi limiti di uomo e con le difficoltà che normalmente incontro, un inconveniente fa pensare che nulla viene per caso e che tutto ha un senso se visto in un'ottica allargata oltre a quello che stiamo facendo. Certo, al momento un imprevisto è scocciante ma se ci si sofferma un attimo e si va oltre....beh lo è forse molto meno.
Non stavo bene da sabato e domenica questa fastidiosa asma non dava cenno si smettere ma, anzi era "ingravescente e resistente alla terapia abituale" come recita il referto del pronto soccorso al quale sono dovuto ricorrere per sentire nuovamente entrare aria nei miei polmoni.
Ci sono arrivato alle 20 circa per andarmene oltre le due della notte.
Durante queste ore, durante le quali ero tenuto solo a respirare ossigeno e lasciar entrare cortisone nelle ie vene, mi sono letto un libretto breve di Enzo Bianchi sul Padre Nostro. Non prendetemi per pazzo ne tantomeno per fondamentalista ma si da il caso che da una curiosità ne nasca un'altra e poi un'altra ancora e ci prendi gusto oltre che non essere mai finita. Quella che recitiamo quasi sbadatamente con abitudine satura pensando magari ad altro, è una brevissima preghiera ma rappresenta la summa di tutto il Vangelo. E' di una portata straordinaria che si scopre solo se un attimo curiosi. Me lo portavo, quel libretto, in borsa da un mesetto circa, senza aver mai avuto il tempo di sfogliarlo e ci sono riuscito al PS. Pensa te!
Finchè ero li ne ho viste veramente di tutti i colori, inutile dirlo: ubriachi, gravidanze a termine, un'ustione facciale da paura, un turista con una gamba rotta, un amico lavapiatti con un dito tagliato, ecc.
Alle due e 20 mi dimettono ed inizia la mio lungo e faticoso rientro a casa. Giornata pesante, stanchezza e, nonostante il cortisone e l'ossigeno, con il respiro ancora affannato. Quindi decido di andare con calma, a casa sono avvisati. Vado tranquillo.
Per il primo quarto d'ora, giuro, non incontro nessuno. Un silenzio mai sentito prima, neanche il minimo rumore di un passo lontano, di un balcone, di un condizionatore, o di una pantegana che si butta in acqua. Nulla di nulla e nessuna anima viva. L'aria è fresca e si sta da Dio, veramente. Arrivo di fronte la chiesa dei Miracoli. La luce fioca e romantica dei lampioni illuminano i suoi preziosi e colorati marmi policromi, il fianco si riflette un po' confusamente sull'acqua del rio omonimo. Ma...alzo lo sguardo lungo lo scorcio del rio stesso e vedo una luna piena meravigliosa già molto alta nel cielo.
Durante la giornata aveva sempre piovuto e, credo, anche durante la mia permanenza al PS perchè i masegni delle calli sono bagnati di fresco. Ma ora no, ora è una nottata stellata e indimenticabile. Ma quando la rivedo una Venezia così? Da quando son tornato non sono mai uscito la sera solo per vedere la "notturnità" veneziana e poi a queste ore, figurarsi! A questo punto spero solo di non incontrare nessuno fino a casa, ma so già che è impossibile. Qui trovi sempre qualcuno ad ogni ora della notte e del giorno. Infatti poco dopo sono in Strada Nova e più o meno siamo in 3 o 4 nottambuli. Ma anche qui! Una strada affollatissima di giorno, un'autostrada, per capirci, ora la vedo vuota! Ma veramente vuota! Una visione assolutamente anomala. Proseguo e quando sono a Santa Sofia, si apre il campo da dove si prende il traghetto (gondola, non vaporetto) per Rialto e al di là del Canalazzo, bella, solitaria, elegante ed illuminata dalla luna fa bella mostra di sè la Pescheria.
La luna...ho l'impressione che le piaccia nascondersi tra le calli, per sbucare poi quando gli spazi si fanno un po' più ampi e per farmi un po' di compagnia. La ritrovo davanti a Ca' Pesaro che dal ponte del Billa (sigh! e chi lo sa il suo nome vero?) scorgo oltre il Canal Grande e poi quasi a casa.
Una serata sorprendente e piena di cose belle! Faccio in tempo anche a mangiare un trancio di pizza trovato lungo la via alle 2.45!!! cose da non credere in una città che muore (luogo comune dei più fortunati e dei meno veri). Arrivo a casa alle 3 o giù di li.
Forse è troppo pensare che questo inconveniente dell'asma, sia un kairos per me, un tempo di Dio che rappresenti una svolta od un'inversione.
A causa della massiccia impollinazione aspirata, però, ho visto una città che amo in uno dei suoi aspetti più meravigliosi (quando avrei potuto? io poi che con rammarico non la vivo neanche di giorno?!), mi sono fermato un po' nella mia vita frenetica passando molto più tempo del previsto con figli e moglie (3 giorni di malattia), ho letto un libro che volevo leggere da tempo, sto dedicando un po' di tempo anche a me stesso.
Insomma non sarà magari niente di particolare però sono stati dei bei regali imprevisti che mi fanno pensare proprio che nulla avviene per caso e che se guardiamo gli imprevisti da un altro punto di vista, meno egocentrico, forse li malediremmo un po' di meno.
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