giovedì 15 maggio 2008

LAGUNA PER MONTANARI


Domenica 11 maggio, il giorno è arrivato. Poco più di un anno fa, allo stesso appuntamento, diluviava che non vi dico. Oggi il sole splende già alto, l'aria è fresca e la giornata si presenta ottimale per una gita fuori porta (per me) con il GAM di Zugliano.
Ci ritroviamo in stazione e dopo i saluti di rito siamo pronti a prendere un vaporetto alla volta di San Servolo. Ci aspettano 70 minuti di affascinante viaggio lungo il canale della Giudecca, un cambio a San Zaccaria e poi la nostra meta. Federico non molla Giorgia e le fa da angelo custode. E sarà così per tutto il giorno. I bambini, per lo più, seduti dietro all'aperto, fremono perchè non si arrivi mai. Li capisco: viaggiare sull'acqua ha sempre un sapore particolare anche per chi ci è abituato. E' solo in quei momenti che vedi Venezia dal lato giusto. La giusta distanza dai palazzi ti fa assaporare l'architettura gotica dall'unico punto di vista corretto: infatti furono costrutiti per essere visti dall'acqua verso cui guarda la facciata principale. Di solito, ora, si è obbligati ad entrate da ingressi quasi secondari. Vabbè, in breve si arriva alla zona del porto turistico ed i nostro occhi sonoi rapiti dalle enormi immense navi da crociera. Poi s'imbocca il canale della Giudecca e ci lasciamo dietro il Mulino Stucky, le Zattere, il Redentore, la Salute e dopo san Giorgio arriviamo al cambio. Si lascia il vaporetto per prendere "el picolo" come i veneziani chiamano il vaporetto minore (il più grande "xe el bateo"). Siamo solo noi ad avventurarci in quello che è un viaggio di soli 10 minuti ma sufficienti a portarci su un altro pianeta: silenzio e pace ci pervadono ancora prima di scendere a San Servolo, ex isola della follia.
Giorgia, che conosce il posto, è già a suo agio e guarda ammirata i gammini arrampircasi sugli alberi. Ci prova ma è più forte la voglia di un panino al crudo. Quindi mangia ed osserva.
La guida ci introduce alla storia secolare dell'isola e dei suoi diversi usi: prima convento poi ospedale militare ed infine manicomio. Si manicomio! In questa ed altre isole venivano relegati non solo soggetti potenzialmente contagiosi manche tutto ciò che la società rifiutava o non voleva vedere. Di tutto questo resta una preziosa quanto angosciante testimonianza nel Museo della Follia.
Dopo pranzo ci attende San Giorgio. Il massimo del rinascimento palladiano a Venezia, la voce fuori dal coro che in città non trovò posto perchè si voleva ribadire l'indipendenza di Venezia anche dalle mode architettoniche. Nello stesso secolo, infatti, venne ricostruito, dopo la devastazione dovuta ad un incendio, il gotico palazzo Ducale e il chiostro palladiano della Fondazione Cini. L'isola è stata di estrema importanza e depositaria di grossi poteri. Su tutti basti un esempio: durante l'occupazione francese di Roma avvenne qui l'elezione al soglio pontificio di Pio VII (1800) ma prima di questo evento qui si incontrarono il papa Alessandro III ed il Barbarossa.

















All'ingresso dei locali della Fondazioni Cini, un arrogante e burbero portinaio messo in guardia dalla composta vivacità dei bambini, viene stemperato dagli echi soavi di una musica barocca. In serata ci sarà un concerto ed alcuni musici si aggirano provando gli strumenti tra le ritmiche colonne dei chiostri.
Con Palladio trovò un perfetto connubio il Veronese che le sue Nozze di Cana diede al refettorio che le ospitava un senso architettonico perduto dopo che Napoleone si portò in Francia il dipinto. Tale grossa lacuna è stata perfettamente colmata da qualche anno grazie ad un fac simile (da vedere!!!) dell'artista Adam Lowe.


Dal sagrato, costruito a pelo d'acqua, si ha la più completa e meravigliosa vista sull'intero Bacino di San Marco e non sono il solo a godermi questo sole di maggio ammirando tali bellezze. Noto, tra il gruppo, una certa rilassatezza che non è noia o pesantezza ma è quasi un "dobbiamo proprio andare?". Sembra impossibile che in una citta invasa da milioni di turisti l'anno esistano ancora angoli così di pace e silenzio. Ce ne stiamo lì seduti sui gradini in contemplazione, a guardare e basta, oltre il bacino e senza dire nulla.





Aspettiamo chi torna dalla meravigliosa visita al campanile e ripartiamo alla volta della Giudecca. La Spinalonga viene percorsa da est ad ovest. Riusciamo ad entrare al Redentore e poi di corsa sul vaporetto destinazione Ferrovia. Ci salutiamo che siamo ancora sul "bateo" perchè una volta scesi c'è da correre: pochi minuti separano l'arrivo del mezzo acqueo dalla partenza del treno.
Qualcuno, il giorno dopo, parla di "gita perfetta". Non so se è stato proprio così ma molte cose, è vero, sono andate veramente bene comprese le giuste coincidenze per evitare la sospensione dei mezzi di traporto per permettere lo svolgimento della Vogalonga.
Mi piace portare in giro amici per Venezia. In linea di massima tutti ci sono già stati ma scoprirla così diversa dagli stereotipi comuni le fa onore. E' ancora in grado di affascinare e, forse, far capire a chi si chiede come facciamo a vivere qui, che la vita qui ha veramente un altro sapore: quello della dimensione umana.



Guarda le stupende foto della giornata e leggi la guida.

2 commenti:

corzen ha detto...

ma sai che mi sono quasi commosso!!!!

franco ha detto...

bell'articolo! complimenti! ti esprimi sempre molto bene con sensibilià e competenza da illustratore giornalistico.Le foto sono bellissime le più belle sono quelle con te e la Giorgia. I Nonni