martedì 2 dicembre 2008

156 cm s.l.m.

 

Sono le 6.40 di un lunedì mattina, primo giorno della prima settimana dell'ultimo mese dell'anno. Le dolci sirene che avvisano l'arrivo dell'acqua alta mi colgono nel sonno. Dolci si, perchè questa volta suonano per la prima volta le nuove sirene. Prima c'erano quelle della contraerea di bellica memoria, angoscianti che ti buttavano giù dal letto con il cuore già in gola. Si prorpio così, dopo la fine della seconda guerra mondiale gli  allarmi usati per la contraerea sono tornati buoni per l'acqua alta.
Faccio due conti: se non ricordo male ci sono un paio d'ore prima della massima. Allora, considerato che le sirene hanno svegliato anche  Tommaso, chiamo Laura e le propongo di portare io il piccolo, prima di andare in ufficio, in modo che lei non si sarebbe trovata con due figli da sistemare in due diversi asili ed in più alle prese con l'acqua alta.
Usciamo prima delle 8, passeggino, borsa da lavoro, niente ombrello e niente stivali. Mancano due ore alla massima e la nostra zona gode di ampi spazi acqua esenti per cui ci si può muovere abbastanza in tranquillità. 
In giro c'è già chi ha già gli stivali ai piedi, si inizia a vedere l'acqua nelle zone più basse, c'è fretta e fibrillazione di arrivare a destinazione prima di rimanere bloccati da qualche parte. Imbocco calle dell'aseo e incrocio, in senso opposto al nostro ed in direzione contraria a quella per l'asilo, una maestra di Tommaso: "Non si passa, mi dice. L'acqua ha già affondato la fondamenta che porta all'asilo". Caspita, penso, li la fondamenta è bella alta...e le due ore dalle sirene..? i conti non tornano e tutto sta sballando. Mi giro e torno indietro, verso casa...che si fa ora? Inizia anche a piovere...devo andare in ufficio... Tommaso va portato all'asilo...non ho ombrello e stivali. Che casin!
Decido di andare a casa, lascio giù il passeggino, prendo ombrello e Tommaso in braccio, mi incammino nuovamente verso l'asilo facendo sosta dal calzolaio. Si,, dal calzolaio. Devo comperare gli stivali no? Ed il negozio è già aperto. 
Le giornate di acqua alta non sono solo suggestive per i turisti ma sono anche un affare per che vende stivali di ogni tipo, ombrelli, impermeabili ecc ecc. Venezia, si sa, ha il commercio nell'anima, sempre. Ed una giornata così può essere l'anima del commercio per i più intraprendenti.
Bene, entro saltando la pozzanghera che già si è formata davanti alla porta d'ingresso. Nel frattempo l'intraprendente calzolaio vende stivali passandoli da dentro a fuori in strada a chi non salta la pozzanghera che si allarga a vista d'occhio. Faccio sedere Tommaso su una sedia, io mi metto vicino a lui nel fondo di questa bottega corridoio e nel tempo che mi occorre per provarne un paio mi ritrovo con i piedi in ammollo. In pochi minuti la bottega è completamente allagata. Pago ed usciamo, diretti all'asilo.
La fondamenta che prima era sotto, ora lo è ancora di più. Vado a rilento perchè nell'aqua alta non cammini normalmente sennò ti entra da sopra e quindi ti tocca andare come se avessi i piomi ai piedi. Tommaso è in braccio, i passeggino riportato a casa.
Si incontrano un sacco di persone, tutte con un impegno diverso che le spinge a non rimanere in casa ma a continuare la vita e gli impegni della quotidianità. Si perchè all'alta marea ci si abitua o ci si adatta, come sale, dopo 6 ore scende. Basta attendere, ti speti, insomma.
Lascio Tommaso all'asilo e riparto più lento di prima perchè l'acqua sale. Per strada chiamo Laura per andarle incontro mentre porta Giorgia all'altra scuola materna. Meglio essere in due, non si sa mai. Le raggiungo e facciamo dei bei pezzi di strada con la piccola in braccio. 
Le sirene suonano di nuovo ed un altro sms del centro maree fa vibrare il mio cellulare: causa mutate condizioni meteo e forte vento di scirocco sono previsti 140 cm di marea per le ore 11 Codice Rosso. Le 11!!!????? ma mancano più di due ore ed già alta; significa che per le prossime due ore salirà ancora.
Con Laura portiamo Giorgia all'asilo e poi ansiamo verso casa,lei pe rimanerci ed io sulla strada per il lavoro.
Alle Guglie non si passa già. L'acqua è già al cavallo e sono appena sufficenti gli stivali a gamba intera, quelli da pescatore per intenderci. Giriamo i tacchi e torniamo passando per il Ghetto. Appena usciti dal campo incrociamo una mamma con i due figli. Uno sul passeggino l'altra a piedi per mano: "Si passa?" "No non si passa più, dove devi andare?" Deve portarei due bambini ad un asilo che non quelo da dove proveniamo ma ad un altro. Laura ed io ci guardiamo e senza dirci nulla uno (io) prende la bimba più grande i braccio e loro due il passeggino,"ti accompagnao noi!".
Lasciato il passeggino in sosta presso una galleria d'arte proseguiamo con i bimbi in braccio in mezzo ad una marea che non accenna a diminuire. 
Raggiunto l'asilo torniamo sui nostri passi verso Rio Terà, verso casa. Quella zona è alta e l'acqua non arriva mai ma appena svoltiamo fuori dalle calla i nostri piedi sono in ammollo anche sotto casa: è proprio molto alta se arriva fino a qui. Ci vien da ridere vedendo il ponte delle Guglie stracolmo di gente che fino a lì arriva ma da li non va avanti. Non ridiamo per la gente ma per i tipi della ferramenta di fianco a casa perchè si sono spostati, con un carrello pieno di stivali, ai piedi del ponte e gli affari sono d'oro. Solo così si procede se no, ti speti.
L'emozione passa dal divertito al preoccupato. L'atmosfera si appesantisce di un'angoscia palpabile perchè il vento non gira e la marea continua a salire, e lo fa troppo velocemente.
Lascio Laura salire in casa, io mi incammino verso l'ufficio. Impiegherò un'ora circa a percorrere un tratto di strada per il quale occorrono, di solito 10 minuti. Si cammina solo sulle passerelle sovraffollate e con molta calma per non cadere in acqua. Così fino a piazzale dove mi raggiunge un altro SMS del centro maree: nuovo massimo previsto 160 cm alle ore 12. Cè ancora un'ora e mezza per crescere. Si fermerà a 156 cm alle 11.15 e sarà la quarta acqua alta di tutti i tempi.

Le foto della giornata (quelle più suggestive, dalla finestra e dalla terrazza di casa sono opera di Laura)

Le mie foto con il cellurare sono finite su Repubblica

Senti le sirene (tanto per capire cosa succede quando suonano. Alza le casse)

2 commenti:

Davide Zampese ha detto...

Potresti fare il Reporter! Complimenti un bel servizio, mi è piaciuto molto.
Davide Z.

Simone ha detto...

ad onor di verità quelle più belle ed impressionanti sono di Laura.
ciao e grazie comunque