giovedì 24 aprile 2008

A Silviolandia non ci sono comunisti!!

C'è una riflessione che mi gira in testa da dopo l'esito delle urne, solo che non ho avuto il tempo materiale di metterla nero su bianco. Ci provo soltanto ora.

Goffredo Bettini (vedi l'intervista dalla Bignardi) andò in Thailandia per curarsi da una forte depressione all'indomani del congresso della Bolognina nel 1989. In quell'assise si decise di sciogliere il PCI in favore del Pds. Lui disse che il cuore non accettava ciò che la ragione giustificava ampiamente. I tempi erano cambiati e la sinistra doveva strappare dal proprio passato. E' un po' con il sentimento di aver perso qualcosa che affronto questo tema.
Il mancato quorum per la sinistra radicale antagonista alternativa e arcobaleno alle ultime elezioni ha lasciato fuori dal Parlamento, per la prime volta, i comunisti duri e puri.
Di questo si da la colpa a Veltroni che, facendo correre da solo il PD, avrebbe spinto quelle forze politiche all'isolamento. Non sono molto d'accordo.
Le responsabilità sono molteplici ad iniziare dalle forse escluse stesse. Sempre più, negli ultimi anni abbiamo assistito a politiche ostruzionistiche da parte di chi seguiva ancora l'utopia. Bertinotti & c. hanno posto molti veti e molti ostacoli al dialogo all'interno di una coalizione estesa ed eterogenea rifiutando di venire meno a posizioni ideologiche, a volte anacronistiche, in favore di un buon senso comune. I governi ci centro sinistra degli ultimi anni sono caduti anche per colpa loro.Viene naturale quindi, per Veltroni, che voleva essere "il nuovo" rinunciare alle frange estreme e non dialoganti. Il rischio era quello di riproporre, anche se sotto diverso nome, una coalizione di provata litigiosità e quindi di non rappresentare nulla di diverso di nuovo. E credo abbia fatto bene. Anche con quei voti non saremmo andati al Governo, facendo pura sommatoria delle percentuali. Però in questo modo il PD ha dimostrato di saper svoltare veramente senza fare conti di poltrone e rischiando in prima persona. Colpa loro, direi. se solo in passato avessero dato prova di dialogo forse si poteva concludere qualcosa assieme ma in quello condizioni non si poteva proporre al paese un modello di governabilità di nuovo altamente a rischio.
Il Movimento Per le Autonomie, con l'1% e grazie all'apparentamento con PDL. è in Parlamento. Quindi la colpa è anche di una legge elettorale che permette ad un micro partito da percentuale di consenso irrisoria di essere rappresentativo da chi l'ha scelto e ad un altro meno micro (3 e qualcosa %) di rimanere escluso. C'è veramente qualcosa che non va. E non è Veltroni.
Altro aspetto: credo che i voti nessuno te li rubi, ma sei tu che li perdi se non sai più parlare al tuo elettorato. Se gli operai votano Lega e PDL è perchè si sentono meglio rappresentati da queste forze e non più da chi non aveva più il loro stesso linguaggio. Credo che la Sinistra radicale sia diventata un po' troppo intellettuale ed un po' troppo radical chic (con la puzzetta sotto al naso), lontana, nel concreto, da temi vicini alla gente portando avanti tematiche sociali molto importanti e decise ma nel modo sbagliato. Troppa teoria e classismo oltre che confusione nel vedere i ministri stessi sfilare nei cortei degli scioperanti contestatori del Governo di cui fanno parte. Non si possono salvare capra e cavoli ed alla fine non si è salvato niente.
Rimane però il rammarico perché una fetta considerevole dell'elettorato non è rappresentata (e questo francamente mi pare profondamente ingiusto), perchè viene a mancare una parte politica che tanto ha dato per tenere alta la sensibilità alle tematiche sociali ed ambientali (per le prime, ripeto, si è lasciato spazio ad altri perché se impossessassero) ed infine, i giovani. Qui mi trovo d'accordo, udite udite, con Daniela Santachè (altra esclusa) secondo la quale si nasce incendiari e si muore pompieri, ovvero i giovani sono per loro natura appassionati ed estremisti, si buttano a capofitto su una cosa in cui credono ed è un peccato che la loro partecipazione politica non trovi rappresentanza in Paralemento.
Goffredo Bettini si è ripreso dalla depressione ed ha continuato a fare politica vicino a Veltroni con cui, assieme ad altri, ha fondato il PD e ne ha voluto il carattere interclassista. Non più quindi antagonismi tra sfruttati e sfruttatori ma la bella idea di un lavoro comune per la stessa idea di Paese. Cosa che l'Arcobaleno ha dimostrato di non aver capito. Si lecchino quindi le ferite che da soli si sono procurati.


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