CRISI DI GOVERNO

Avevo deciso di frequentare, seppur da pendolare, per avere l'occasione di vedere Laura, con la quale stavo assieme proprio in quei mesi ma le lezioni si rivelarono subito di estrema profondità ed attrazione. Non riuscivo a prendere appunti, giuro! Appoggiavo la penna sul foglio e rimanevo letteralmente a bocca aperta ad ascoltarlo e i suoi discorsi erano talmente lineari ed appassionati che non c'era bisogno di scriverli.
In questi giorni mi sono ricordato di una cosa che disse. Più o meno questa: " tra i due sistemi elettorali - maggioritario e proporzionale - il primo mira a garantire una governabilità ed una stabilità di governo maggiore, il secondo è l'esatta fotografia delle tendenze politiche dei cittadini nel quale ognuno può trovare il suo spazio ad essere rappresentato".Grandi valori entrambi: il governo stabile di un paese e la rappresentanza politica.
Da noi, dopo quel 1992, siamo ancora a discutere di questo. Sono passati 15 anni, il paese si è letteralmente spaccato in due e non mi sembra ci sia una reale volontà da parte delle forze politiche di convergere ad unico impegno per trovare una soluzione. Siamo, come sempre, all'immobilismo più totale. Scacchisticamente si parlerebbe di stallo: il re non è sotto scacco ma non può muoversi perchè ci andrebbe. Ed il re non può suicidarsi!
Credo si tratti di cultura; cultura politica e senso dello Stato e della cosa pubblica (res-publica appunto), del bene per il paese invece del torna conto person

La nostra stessa Costituzione, che qualcuno vorrebbe cambiare, fu il sano prodotto di importanti sinergie, sforzi comuni e convergenze da parte di ogni pensiero politico. Dopo gli anni della guerra e con forti divisioni tra i partiti, i padri della patria trovarono la forza di mettere almeno in secondo ordine l'interesse di partito rispetto a quello comune della nazione. Il risultato fu eccellente e non sa per nulla di compromesso. Certo altra stoffa di uomini, altro spessore ed altro senso dello Stato.
In un paese maturo, dove la classe politica sia matura e pensi al paese prima che a se stessa ed ai propri benefici nessun partito ago della bilancia si permetterebbe di alzare prepotentemente la voce. Ma in Italia è sempre successo. Partiti piccoli, piccolissimi, insignificanti dettano legge e fanno cadere governi. E' il prezzo dell'esatta fotografia dovuta la proporzionale che per molti anni abbiamo avuto come sistema elettorale. Non è una brutta cosa, il proporzionale ma va accompagnato dalla cultura politica, dall'interesse a fare del bene al paese, compito al quale l'onorevole è chiamato. Quindi da noi la cosa è improbabile, molto improbabile. Troppi interessi personali e di partito anteposti a quelli di noi cittadini, di noi Paese. Ed intanto grazie a loro siamo indietro su tutte le riforme ed ammodernamenti del paese che sono chiamati in causa ad ogni piè sospinto come fumo negli occhi per nascondere altro.
Per fare le riforme servono convergenza e governabilità sicura per una legislatura. Ecco perchè mi piace l'ipotesi di un'uscita dalla crisi con un Governo che lavori per una nuova legge elettorale, che faccia chiarezza laddove non c'è responsabilità e cultura politica, che sacrifichi il proporzionale, nel quale ognuno può sentirsi rappresentato, in favore di una maggiore governabilità che dia la serenità al Governo di lavorare per 5 anni e per vederne concretamente i risultati. In palio c'è il nostro benessere, il nostro futuro, c'è un Paese intero che ha bisogno di molte cure.
Credo anche ognuno possa trovare comunque una degna rappresentanza di sè anche senza le piccole particelle da 0,01% ecc ecc. Chi sta con il PdCI può essere rappresentato bene da Rifondazione, chi con Dini non ha che l'imbarazzo della scelta tra UDC, UDEUR, FI ecc, chi sta con la Mussolini o con Storace può benissimo tornare da Fini. Non credo siano shock irreparabili. Solo la brama di potere, di visibilità, di essere qualcosa a sè , di contare di più hanno portato alle scissioni delle scissioni producendo micro partiti che rappresentano poco più che se stessi. Non è un dramma per nessuno se spariscono. Lo sarebbe, e mi ripeto, se ci fosse cultura politica a non fare i despoti con un pugno di voti. Ma non è così.
Non c'entra destra o sinistra, ma buon senso. Capisco Berlusconi (e chi con lui) che, forte del fallimento del Governo Prodi e cavalcando il malessere generale, gridi "al voto al voto" sicuro di una vittoria. Ma non è responsabilità, è una corsa al potere ancora una volta con una legge elettorale che potrebbe essere una trappola anche per lui e consegnare di nuovo l'Italia e la governabilità ad altri anni di immobilismo. Non c'è veramente più tempo da perdere.
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