BENIGNI E IL SUO DANTE
Che si può dire di uno così? Per esempio che dovremmo cercare di preservarlo dall'invecchiamento in modo da potercelo godere per molti e molti anni, anzi lasciare che ne godano anche i posteri. Gli regalerei l'immortalità.
Sentirlo leggere e spiegare Dante è pura meraviglia, la stessa che prova lui quando ne parla. Ti senti rapito perchè ti prende e ti trascina molto oltre il gesto letterario, ti sbatte direttamente dentro l'opera, riesce a trasmetterti tutta la sua conoscenza e l'entusiasmo per la Commedia. Ed io mi sento così piccolo a non saperne nulla... Sicuramente ci sono molti professori che lo fanno ma non tutti hanno avuto la fortuna (grande) di incontrarli o di fare studi che comportassero l'approfondimento della Commedia. Non si tratta di un viaggio nell'inferno, nel purgatorio e nel paradiso ma di viaggio dentro di noi, dentro la nostra anima, una profonda conoscenza di noi stessi. Il viaggio più bello, appunto. Benigni l'ha capito, in questo è Dante in persona. Sembra che sappia benissimo le intenzioni del Poeta. E se non si perde di vista qualcosa di veramente grande, ma anzi lo si fa scopo ultimo del viaggio, alla fine la conoscenza di noi stessi non può non coincidere con la conoscenza di Dio.
Étienne Gilson, mi viene in aiuto: “i greci dicono: conosci te stesso per sapere che non sei un Dio, ma un mortale; i cristiani dicono: conosci te stesso per sapere che sei un mortale, ma l’immagine di un Dio” oppure Enzo Bianchi, priore a Bose: "la conoscenza di sé da parte dell’uomo è assolutamente inseparabile dalla conoscenza di Dio. Quest’ultima, infatti, senza la conoscenza di sé produce la presunzione, mentre la conoscenza di sé senza la conoscenza di Dio ingenera la disperazione. Tale duplice conoscenza, evento di grazia e di rivelazione, produce invece l’umiltà".
Queste sono le cose, secondo me, che dovevano aver risalto sui quotidiani del day after, non le solite cose di tutti i giorni di Berlusconi, Prodi, Mastella, Savoia, ecc... Hanno già abbondante spazio. Dovevano essere messe da parte, proprio perchè cose di tutti giorni mentre il Dante di Roberto Benigni non è certamente cosa usuale ma un evento vero e proprio. Il toscanaccio è riuscito a strappare l'assenza di interruzioni pubblicitarie oltre che un assegno, pare, milionario alla RAI ma ha dovuto pagare il conto con la parte ridanciana della serata? Poteva farne a meno e mettere Dante veramente in prima serata? Non credo. Anche di fronte al Sommo Poeta, si faccia spazio alle vuote banalità che riempiono i giornali ed i video ogni santo giorno. Sono queste, in definitiva che vogliamo, che leggiamo e che guardiamo. Che probabilmente ci meritiamo. L'Auditel lo sa e la Rai ne prende atto senza però opporsi, come una pubblica televisione dovrebbe fare non dovendo rispondere a logiche commerciali.
Ah, un'altra cosa: si vocifera che seguiranno altre 12 serate per altrettanti canti (le prime il 5 dicembre poi 25/26 e 1/2 gennaio), chi dice su Sky chi al posto di Porta a Porta una sera la settimana (cederà Bruno Vespa?). Non si sa se in diretta o magari riprese durante il tour teatrale. Insomma c'è destabilizzazione e poca chiarezza. Certo, Benigni è un po' ingombrante..che lo stiano boicottando?
Étienne Gilson, mi viene in aiuto: “i greci dicono: conosci te stesso per sapere che non sei un Dio, ma un mortale; i cristiani dicono: conosci te stesso per sapere che sei un mortale, ma l’immagine di un Dio” oppure Enzo Bianchi, priore a Bose: "la conoscenza di sé da parte dell’uomo è assolutamente inseparabile dalla conoscenza di Dio. Quest’ultima, infatti, senza la conoscenza di sé produce la presunzione, mentre la conoscenza di sé senza la conoscenza di Dio ingenera la disperazione. Tale duplice conoscenza, evento di grazia e di rivelazione, produce invece l’umiltà".
Queste sono le cose, secondo me, che dovevano aver risalto sui quotidiani del day after, non le solite cose di tutti i giorni di Berlusconi, Prodi, Mastella, Savoia, ecc... Hanno già abbondante spazio. Dovevano essere messe da parte, proprio perchè cose di tutti giorni mentre il Dante di Roberto Benigni non è certamente cosa usuale ma un evento vero e proprio. Il toscanaccio è riuscito a strappare l'assenza di interruzioni pubblicitarie oltre che un assegno, pare, milionario alla RAI ma ha dovuto pagare il conto con la parte ridanciana della serata? Poteva farne a meno e mettere Dante veramente in prima serata? Non credo. Anche di fronte al Sommo Poeta, si faccia spazio alle vuote banalità che riempiono i giornali ed i video ogni santo giorno. Sono queste, in definitiva che vogliamo, che leggiamo e che guardiamo. Che probabilmente ci meritiamo. L'Auditel lo sa e la Rai ne prende atto senza però opporsi, come una pubblica televisione dovrebbe fare non dovendo rispondere a logiche commerciali.
Ah, un'altra cosa: si vocifera che seguiranno altre 12 serate per altrettanti canti (le prime il 5 dicembre poi 25/26 e 1/2 gennaio), chi dice su Sky chi al posto di Porta a Porta una sera la settimana (cederà Bruno Vespa?). Non si sa se in diretta o magari riprese durante il tour teatrale. Insomma c'è destabilizzazione e poca chiarezza. Certo, Benigni è un po' ingombrante..che lo stiano boicottando?
GIGIO RANCILIO da Avvenire del 01 dicembre 2007
Non c’è niente da fare: ormai la televisione vive in un mondo tutto suo. Così diverso dal nostro, da sembrarci, a volte, capovolto. Prendete lo show di Roberto Benigni su Raiuno. In prima serata, quando davanti allo schermo c’erano migliaia di bambini, il comico ha fatto il giullare, inanellando una serie di battute sferzanti, accompagnate da un turpiloquio fastidioso. Così, chi non poteva o non voleva reggerle, è stato costretto a cambiar canale, perdendosi magari la seconda parte dello show che ha toccato vette sublimi.
Tutta colpa delle cosiddette «regole televisive». Quelle che impongono ai programmi di prima serata di essere «veloci» e magari «feroci»; di non essere «troppo impegnativi» o – non sia mai – «difficili». E se un grande come Benigni propone Dante in prima serata? Beh, deve «alleggerirlo» con un po’ di satira politica spinta. Come fosse una medicina amara che abbisogna di un po’ di zucchero per essere mandata giù. A leggere certi giornali, il giorno dopo, hanno ragione loro. Di che cosa si scrive? Non certo di Benigni che ci ha commossi parlando della Madonna, dei poveri («Cristo ha dato un nome a ogni povero: il suo. Sul volto di chi soffre c’è quello di Dio») o del fatto che «anche chi non crede che siamo fatti da Dio, non può non sentire nel profondo che siamo fatti di Dio». Queste sono cose minime. Forse, per certi laici, persino un po’ 'volgari'. Meglio, molto meglio raccontare la solita battuta su Mastella o su Berlusconi, omettendo completamente la parte più profonda e spirituale dello show di Benigni. Quella è 'roba' da seconda serata. Quando i bambini vanno a letto.
Non stupitevi, quindi, se giovedì prossimo, quando Benigni affronterà l’ultimo canto del Paradiso, il suo programma andrà in onda alle 23. La preghiera di San Bernardo alla Vergine e la visione di Dio, della Trinità e dell’Incarnazione che chiudono la Divina Commedia sono troppo forti per andare in onda in prima serata. Alle 21 si mandano i delitti, i film zeppi di sesso e violenza, le fiction volgari, ma non certe 'follie'. Dovete capirli: hanno paura di perdere ascolto. Nel mondo della tv che pensa solo all’Auditel, se Raiuno perde delle serate contro Canale 5 per avere 'osato' trasmettere soltanto la Divina Commedia senza satira e volgarità, succede il finimondo. Sanno benissimo che chi paga il canone vorrebbe un’altra tv, ma c’è una gara da vincere. Ad ogni costo. Anche ribaltando il mondo. Chi può, ormai, si (ri)costruisce un proprio palinsesto televisivo a misura d’uomo con i videoregistratori, con My Sky e con il satellite. E gli altri? Ah, già: esistete anche voi. Voi che seguite i programmi tv insieme ai figli e che sempre più spesso dovete fare lo slalom tra i canali. Mi dispiace: per gli esperti tv, voi contate poco. Siete fuori moda. Peggio: avete gusti troppo normali.
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