giovedì 25 ottobre 2007

Oltre A.F.

E' notizia dei giorni scorsi, le motivazione della sentenza più attesa, e mi ha subito dato spunto di riflessione. Non è il caso di parlare di Cogne e dintorni, ci pensa già abbastanza Bruno Vespa & C. a farlo.
Però viene da riflettere, anche perché la situazione descritta dalle motivazioni della sentenza mi pare possa essere calata in moltissime realtà familiari.
Chi ha figli, più d'uno magari, sa benissimo a che livello di stress si riesca ad arrivare, a quali tensioni nella coppia e quanto sia facile, in queste condizioni, perdere la pazienza.
La coppia scoppia, si dice, e dalla coppia nasce la famiglia. C'e bisogno di aiuto e preparazione. I fraintendimenti sono all'ordine del giorno e sembra che uomo e donna parlino due lingue diverse. Non ci si capisce più su nulla.
Un bambino dorme e l'altro piange, sveglia il primo e piangono in due, il più grande vuole venire in braccio quando c'è il fratello minore. Devi andare in bagno e se sei fortunato te porti uno solo se non tutti e due e non hai pace neanche per cagare.
Chi gira per casa offrendoti aiuto, dice a tutti come e cosa fare, e ti senti sempre inadeguato o comunque passibile di correzioni.
Non parliamo della notte che non è più fatta per dormire ma per allattare, cambiare pannolini, preparare biberon e riaddormentare i cuccioli. Quando ci riesci molto spesso si è prossimi alla sveglia. Ed inizia una nuova giornata; ma quando è finita la vecchia? non te lo ricordi neanche più perchè è un tutt'uno.
"difficile gestione da parte sua dei due figli bambini, gestione caratterizzata da sopraffaticamento e da stress" recitano le motivazioni della sentenza di cui sopra. Ma è cosa che appartiene a tutti noi genitori! Oltre la famiglia c'è il (maledetto) lavoro ed hai a che fare con capi che tirano su il naso se tardi un'ora al mattino perchè hai portato tuo figlio all'asilo, dopo una notte che, ripeto, non è più fatta per dormire. Chi non sclererebbe?
Il peso di tutto ciò grava (perché?) sulle spalle di mamme infragilite dalla fatica del parto, dall'allattamento (bella responsabilità che molte non si prendono per più svariati motivi), dal sonno mancato, dalla solitudine per mariti fuori casa la maggior parte del tempo, dalla gestione di imprevisti quotidiani che fanno saltare esili equilibri che cercano, senza trovare, conferma, dall'incessante attenzione nei confronti dei figli.
Loro, i piccoli, non lasciano tregua, sono incalzanti nelle loro esigenze e quando si innesca la competizione per attirare l'attenzione del genitore, fanno ed inventano veramente di tutto.
Sei al telefono e urlano per non farti parlare, non ascoltano, ti mettono continuamente alla prova, capricci, richieste più assurde e novità ad ogni momento.
I nervi sono a pezzi e saltano, eccome. Ed è un attimo. Basta un attimo.
Noi mariti/papà vorremo poterci intrattenere di più a casa, essere veramente utili, non sentirsi minimamente utili nelle ore serali quando il più è fatto, quando la moglie è distrutta, quando la coppia non trova più spazio per parlarsi, quando non si vede l'ora di dormire qualche oretta. Vorremmo poter partecipare di più alla vita dei figli e della famiglia in generale ma ci quasi proibito dal "sistema" dai ruoli diversi e che sono stabiliti non si sa bene da chi. Ridurre la nostra partecipazione all'educazione ed al godimento dei figli al fine settimana è una grave perdita per entrambi.
Certo c'è anche chi non si preoccupa tanto e troverà queste osservazioni frutto di una mente perversa. Quelli che la pensano così, quelli che viene prima la carriera, quelli che gli amici si trovano al bar, quelli che dobbiamo fare una cena solo maschi, quelli che tocca alla mamma seguire i figli, beh!, siete un'altra partita e qui non siete contemplati. Voltate pure pagina.
Malgrado la stanchezza, la fatica, l'impegno si fa tutto con grande amore e soddisfazione, perchè se ai figli gli stai dietro hai sempre soddisfazioni. Trovi forze che non pensavi di avere e non sai da dove vengono. Ti rendi conto della realtà della tua finitezza di uomo, sbatti contro i tuoi limiti e palpi la fatica quotidiana che ormai vive con te in ogni momento. Ma vi assicuro che tutto questo E' VITA, è realtà e fa un gran "sentirsi vivi". Ti rendi conto, se lo vivi pienamente, di qual'è il tuo ruolo al mondo. Un ruolo che conta.
Di nuovo le motivazioni: "fu proprio la 'ribellione' del bimbo, che si era svegliato, piangeva e voleva scendere dal letto per seguire la mamma, uscita ad accompagnare l'altro figlio, allo scuolabus, a dare il via, alla reazione violenta dell'imputata, ansiosa, sofferente, stanca ed arrabbiata, in presenza di un discontrollo, favorito dallo stato ansioso e dall'indicato fattore scatenante, di natura emotigena". Ovvio: lui si sveglia vede la mamma ed il fratello uscire, cosa c'è di male a voler andare con loro anche sei in pigiama? Sono la tua mamma ed il tuo fratellino che va scuola, che bello poterli accompagnare! La mamma dice di no, lui non capisce, c'è fretta perchè passa il pulmino, iniziano i capricci e i nervi saltano. Eccome se saltano. Basta un attimo. Tutto ciò sempre secondo la sentenza.
E la colpa di chi è? Altra ovvietà: della mamma! Certo, non di un sistema che non aiuta e non prepara a difendere dal carico di lavoro, di responsabilità e di stress le famiglie, le mamme.
Ed è qui che faccio la mia riflessione.
Quello italiano è il Parlamento che parla di famiglia più di ogni altro e quello che fa meno. E' provato e non è un punto in discussione.
Cosa me ne faccio, io padre, di una legge che mi permette di rimanere a casa fino a sette mesi ma sono pagato al 30%, dove vado? Con che cosa mangio?
A che mi servono 1.000 euro una tantum solo dopo il terzo figlio? Chi mi da la possibilità di fare il papà per un tempo più lungo finchè i bambini sono piccoli? Esistono permessi per entrare al lavoro solo dopo che hai dato una mano in casa, vestito, portato all'asilo o scuola i tuoi figli? No, non esistono!
La madre dovrebbe rientrare dopo tre mesi, che sono niente, ma può stare a casa altri sei, sempre al 30%.
Ma è una presa in giro. Che aiuti sono? Palliativi. E poi si dice che i nonni sono le colonne delle famiglie in crescita. E il loro diritto ad una vecchiaia tranquilla? Dobbiamo delegare loro l'educazione e la crescita dei nostri figli perché lo Stato non ci aiuta? E chi i nonni non ce li ha o sono lontani o semplicemente vogliono continuare a fare la loro vita? Certo, c'è chi approfitta di questa comodità perchè stare coni figli costa molta fatica e molto impegno. Si badi bene, non ho detto sacrificio, perchè non perdo nulla a stare con loro, non sacrifico nulla che non sia inutile o meno indispensabile. E voi, sempre voi, che i nonni vi fanno comodo per non prendervi responsabilità o per continuare a fare i "morosi" e uscire la sera, per favore cambiate canale!
Ma date aiuti veri! Evitate sprechi e permettete a padri e madri di rimanere a casa per più tempo e di rimanere a casa veramente il tempo previsto, aiutate le imprese a poterlo fare. Quando la porta, al mattino, si chiude dietro di te, e magari si sono svegliati da poco e la giornata, per chi rimane, inizia subito in salita, pensi "Che cazzo sto facendo? Perchè deve essere così? Possibile che non si possa cambiare questo stato di cose?". Credetemi, non si va via a cuor leggero. Proprio per niente.
Lo sapete o no, voi che ci amministrate, che nei primi di anni di vita è importantissima la presenza di entrambi e genitori per "costruire" personalità che saranno quello del futuro di un paese? Certo che lo sapete e ve ne sbattete altamente. E' un vero investimento che si fa. E non mi pare sia meno importante di qualsiasi altro. Parliamo di persone, di affetto, di famiglia, del primo nucleo sociale anche se il più piccolo, ma quello dove si comincia ad apprendere l'arte della relazione, dove si educa, dove si responsabilizza. E per farlo serve tempo e dedizione, non fretta e ritagli di tempo, residui di una giornata lontani dalla famiglia. Briciole.
Chi organizza corsi pre parto o di puericultura, tralascia di farne per preparare futuri madri e padri alla fatica, allo stress, dimentica di allenare la loro mente, di dare le basi per una futura stabilità e capacità di dialogo anche in situazioni di affaticamento estremo. Non si fanno terapie di coppia e/o individuali, ma tutti dobbiamo liberarci di fardelli inutili, non si lavora sulla coppia di futuri genitori. Questo, secondo me, è un altro grave errore. Si va a scuola per imparare qualsiasi futile hobby e non ci sono scuole per apprendere le basi del più affascinante dei mestieri. Veramente assurdo! Ed incomprensibile.
Una volta a casa non si vede lo straccio di un assistente sociale, di uno psicologo, di una puericultrice. Una parola di conforto, un confronto. Niente di niente. Gli assistenti sociali dovrebbero fare di tutto per farteli tenere i figli, aiutandoti, non venire quando te li possono solo portare via.
Questi, credo, sono "interventi a favore della famiglia"! Invece si continua a curare (male) anziché prevenire.
Per quanto attiene A.F. non vengono meno, secondo i giudici, la sua colpevolezza e la sua responsabilità ma va compresa. E' una madre stressata, stanca, smarrita ma non per colpa sua o perchè soffra di una qualche instabilità congenita o inadeguatezza. Facile dire così. E' stata lasciata sola con due bambini, come le madri di tutto questo paese.




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