Rivoluzione del telecomando
Ovvio allora che per essere visti, per avere un'immagine, che per far parlare di se (il che equivale a vedere i propri conti correnti gonfiarsi a dismisura) si sia disposto a tutto. Anzi SONO disposti a tutto. Chi a scendere a compromessi vergognosi, chi a svendere il proprio corpo per una serie di comparsate penose, chi a ricattare quelli di cui sopra.
Tronisti, vallette, conduttori, opinionisti, vip, discotecari di locali alla moda.... chi sono? dove hanno studiato, cosa sanno fare? quale velleità artistica sono in grado di sfoggiare? Non mi risulta che la stupidità ed il vuoto, il litigio, la volgarità, il trash siano manifestazioni artistiche. Oppure mi è sfuggito qualcosa...
Il tutto che è niente, perchè quando spegni e vai a dormire pensi di aver buttato via il tuo tempo. Non ti sei divertito ma hai ascoltato avidamente i fatti altrui, hai parteggiato per uno piuttosto che per l'altro, sulla base di che cosa poi?
Niente che valga la pena di essere ricordato, se lo ricordi perchè a me capita sempre di non ricordare nulla di quello che ho sentito. Segno inequivocabile che nulla di interessante è stato detto, nulla chepossa essere ripreso e discusso il giorno dopo.
E' solo la cosa più comoda da fare. La meno impegnativa. In un'era dove tutto corre al punto tale che nulla si aggrappa più al tuo cervello. In un'epoca in cui l'informatica ha accorciato il tempo necessario per il tuo lavoro, invece di guadagnare in tempo libero, ci riempiamo di altri impegni e stronzate. Ed anche la nostra vita corre sempre di più. In questa situazione quando viene sera è difficile aprire un libro, siamo stanchi e vogliamo solo riempirci di vuoto.
Insomma, facciamo il loro gioco.
E a questo punto mi viene in mente una canzone, una verità, che manda tutto affan....e ti ridà un pò di quella dignità che ogni giorno perdiamo. Una di quelle cose da scoltare quando non se ne può veramente più!
Nell'anno '99 di nostra vita io, Francesco Guccini, eterno studente perché la
materia di studio sarebbe infinita e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada, io, non artista, solo piccolo
baccelliere, perché, per colpa d'altri, vada come vada, a volte mi vergogno di
fare il mio mestiere, io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni, alle urla scomposte di politicanti
professionisti, a quelle vostre glorie vuote da coglioni...E dico addio al mondo inventato del villaggio globale, alle diete per mantenersi in forma smagliante a chi parla sempre di un futuro trionfale e ad ogni impresa di questo
secolo trionfante, alle magie di moda delle religioni orientali che da noi
nascondono soltanto vuoti di pensiero, ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero" alle futilità pettegole sui
calciatori miliardari, alle loro modelle senza umanità alle sempiterne belle in
gara sui calendari, a chi dimentica o ignora l'umiltà...Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato, cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia, io, tirato su a castagne ed
ad erba spagna, io, sempre un momento fa campagnolo inurbato, due soldi
d'elementari ed uno d'università, ma sempre il pensiero a quel paese mai
scordato dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito, a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia o sceglie a caso per i tiramenti del momento curando
però sempre di riempirsi la pancia e dico addio alle commedie tragiche dei
sepolcri imbiancati, ai ceroni ed ai parrucchini per signore, alle lampade e
tinture degli eterni non invecchiati, al mondo fatto di ruffiani e di puttane a
ore, a chi si dichiara di sinistra e democratico però è amico di tutti perché
non si sa mai, e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico ed
è anche fondamentalista per evitare guai a questo orizzonte di affaristi e
d'imbroglioni fatto di nebbia, pieno di sembrare, ricolmo di nani, ballerine e
canzoni, di lotterie, l'unica fede il cui sperare...Nell'anno '99 di nostra vita io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un
gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...
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