Nessuna velleità
E' il secondo anno che l'azienda dei pubblici traporti veneziani indice un concorso che chiamare letterario è troppo ma si tratta pur sempre di parole scritte. L'ipotesi è che si scriva durante i traferimenti sui mezzi pubblici. Quest'anno ho pensato di partecipare anch'io, senza nessuna velleità o prestesa, ovvio. Checchè ne pensiate ho presentato un racconto breve che in anteprima mi piace condividere con voi.
Buona lettura
Linea 52 per il Lido
A mia moglie
“GUGLIEEE!”.
“FORZA, SIGNORI! ANDIAMO PER LE FOONDAMENTANOVELIDOO!”
“GUGLIEEE!”.
“FORZA, SIGNORI! ANDIAMO PER LE FOONDAMENTANOVELIDOO!”
La voce del marinaio è chiara e squillante e il 52 delle 10.14 è puntuale. Oggi andiamo al Lido. Lo so che è un po’ tardi ed effettivamente contavo di essere già arrivati, però quando vuoi riesci bene a fare capricci ed impiego un sacco di tempo a preparare tutto il necessario. Un po’ di sole farà bene ad entrambi, temo però che con questo caldo non riusciremo a stare in spiaggia più di tanto. Che caldo! Sembra che ci sia un asciugacapelli che ti soffia in faccia!
Salire sul motoscafo alle Guglie significa anche trovare posto a sedere abbastanza facilmente. Mi raccomando, ‘more, stai tranquillo durante il viaggio. Oggi non ho portato paletta e secchiello, sei ancora piccolo per questi giochi. Quando sarai più grande giocheremo con la sabbia, con le biglie, andremo a raccogliere le conchiglie sul bagnasciuga. Per non parlare dei castelli di sabbia! Ah Ah, insieme ci divertiremo un sacco.
Passati i Tre Archi, stiamo uscendo dal canale di Cannaregio, davanti a noi si inizia a vedere la Laguna: Murano, San Michele, fra un po’ il faro. Di fronte a me siede un signore distinto, dall’apparenza affidabile, incanutito prima del tempo ma può anche darsi che porti bene i suoi anni. E’ assorto in una lettura intensa e non ha ancora alzato lo sguardo dal libro che lo sta intrattenendo. Che tipo! Ha tutta l’aria di essere uno di quegli intellettuali misteriosi, un po’ con la puzza sotto il naso, che vivono di pane e libri, solo letture impegnate, ovviamente.
Salire sul motoscafo alle Guglie significa anche trovare posto a sedere abbastanza facilmente. Mi raccomando, ‘more, stai tranquillo durante il viaggio. Oggi non ho portato paletta e secchiello, sei ancora piccolo per questi giochi. Quando sarai più grande giocheremo con la sabbia, con le biglie, andremo a raccogliere le conchiglie sul bagnasciuga. Per non parlare dei castelli di sabbia! Ah Ah, insieme ci divertiremo un sacco.
Passati i Tre Archi, stiamo uscendo dal canale di Cannaregio, davanti a noi si inizia a vedere la Laguna: Murano, San Michele, fra un po’ il faro. Di fronte a me siede un signore distinto, dall’apparenza affidabile, incanutito prima del tempo ma può anche darsi che porti bene i suoi anni. E’ assorto in una lettura intensa e non ha ancora alzato lo sguardo dal libro che lo sta intrattenendo. Che tipo! Ha tutta l’aria di essere uno di quegli intellettuali misteriosi, un po’ con la puzza sotto il naso, che vivono di pane e libri, solo letture impegnate, ovviamente.
“SANNTALVISEE! ANDIAMO AL LIDO! LASCIAMO LIBERO IL PASSAGGIOOO!”
Continua a fare un caldo bestia, vien voglia di fermarsi e tornare indietro. Da qui al Lido s’imbarca molta più gente di quella che scende, sembra impossibile ma ci stanno sempre tutti, o quasi. Povero piccolo, ti senti schiacciato? Stai lì buono, prova a chiudere gli occhietti, siamo quasi arrivati. Si fa per dire, per distrarlo, ma non funziona mai! E’ in movimento perpetuo; non li freghi mica, questi cuccioli d’uomo. Il vaporetto è già pieno, almeno così sembra. L’intellettuale è sempre immerso nella lettura. Non fa una piega, chissà cosa legge di interessante, non riesco a vedere la copertina. Noto solo ora che ha con sé una borsa di stoffa con la pubblicità di una libreria dalla quale si intravedono i colori di un asciugamano. Mi fa pensare che stia andando in spiaggia anche lui. Mah, non ce lo vedo proprio!
“FOONDAMENTANOVELIDOO! IN CABINA, SIGNORI, FACCIAMO UN PASSO AVANTI E ANDIAMO IN CABINA!”
Che pazienza, i marinai! Bello lavorare a contatto con le persone, ma questo è stretto contatto!
Oggi questo tratto di laguna è particolarmente bello. Il cielo è terso, pulito, nitido, di un azzurro splendente ma il sole picchia forte e poi qui dentro non si respira. Xe caldo da fare un colpo! Buono ‘more non riesco a starti dietro! Ora sale un sacco di gente e l’aria si appesantisce. Molti rimangono in piedi, carichi di fardelli spiaggiaioli, carrelli dai quali spuntano materassini, ombrelloni, sdraio.
Di fianco a me c'è un posto libero. Ritiro, per quanto mi è possibile, le gambe per far passare. Si siede una signora elegante e profumata di fresco, sulla cinquantina. Il suo abito leggero, bianco e blu, ricorda certe immagini del Lido degli anni d’oro, anni di VIP e modaioli. Apre prontamente il ventaglio ed inizio anch’io a godere di un po’ d’aria. Ahhhh.
"E’ un bambino o una bambina?" , mi chiede; a quest’età può essere difficile distinguere.
“Un maschietto”, dico soddisfando la sua curiosità. E aggiungo: “non riesce a dormire e calmarsi per il troppo caldo! Si muove in continuazione!”.
Qui si fa il pieno carico, veramente, xe impressionante!
Finalmente si riparte; Ospedale, Celestia, San Pietro. Si intravede il Lido, attraversiamo e finalmente siamo arrivati!
Il lettore incallito guarda fuori per cercare conferma dell’avvenuto raggiungimento della meta. Chiude il libro. Sul fondo della copertina rossa riesco furtivamente a vedere a malapena il disegno di un elefante.
Mi preparo, prendo la mia borsa da spiaggia ma prima di alzarmi aspetto che il vaporetto attracchi, non si sa mai. L’urto potrebbe farmi perdere l’equilibrio.
Lascio passare la signora, "Prego vada pure, io faccio con calma”
“Grazie e auguri per il bimbo”
“Di niente, arrivederci”
Incrocio lo sguardo del signore che mi sta fronte, i suoi occhi azzurri appaiono sereni ed il sorriso appagato. Mi porge il libro e mi rivolge la parola per la prima volta.
“Signora, tenga, glielo regalo. L’ho appena finito.” La sua è una voce profonda e calda, rassicurante. Anche mio figlio si tranquillizza. La sua gentilezza mi sorprende.
“Quando l’ho vista sedersi qui mi è venuta quest’idea del regalo. Ho pensato che sarebbe stato bello riuscire a farglielo. Allora mi sono concentrato per terminarlo prima di giungere a destinazione. Avevo fretta di finirlo. Legga queste fiabe al suo bambino già da ora. Sa che può sentire la sua voce anche se ovattata? Quando nascerà?”
“Ancora un paio di settimane!”
“Bene, tenga duro. Auguri per tutto!”
“Grazie, la sua gentilezza mi imbarazza”, mi sorride senza aggiungere altro e si avvia verso l’uscita.
Oggi questo tratto di laguna è particolarmente bello. Il cielo è terso, pulito, nitido, di un azzurro splendente ma il sole picchia forte e poi qui dentro non si respira. Xe caldo da fare un colpo! Buono ‘more non riesco a starti dietro! Ora sale un sacco di gente e l’aria si appesantisce. Molti rimangono in piedi, carichi di fardelli spiaggiaioli, carrelli dai quali spuntano materassini, ombrelloni, sdraio.
Di fianco a me c'è un posto libero. Ritiro, per quanto mi è possibile, le gambe per far passare. Si siede una signora elegante e profumata di fresco, sulla cinquantina. Il suo abito leggero, bianco e blu, ricorda certe immagini del Lido degli anni d’oro, anni di VIP e modaioli. Apre prontamente il ventaglio ed inizio anch’io a godere di un po’ d’aria. Ahhhh.
"E’ un bambino o una bambina?" , mi chiede; a quest’età può essere difficile distinguere.
“Un maschietto”, dico soddisfando la sua curiosità. E aggiungo: “non riesce a dormire e calmarsi per il troppo caldo! Si muove in continuazione!”.
Qui si fa il pieno carico, veramente, xe impressionante!
Finalmente si riparte; Ospedale, Celestia, San Pietro. Si intravede il Lido, attraversiamo e finalmente siamo arrivati!
Il lettore incallito guarda fuori per cercare conferma dell’avvenuto raggiungimento della meta. Chiude il libro. Sul fondo della copertina rossa riesco furtivamente a vedere a malapena il disegno di un elefante.
Mi preparo, prendo la mia borsa da spiaggia ma prima di alzarmi aspetto che il vaporetto attracchi, non si sa mai. L’urto potrebbe farmi perdere l’equilibrio.
Lascio passare la signora, "Prego vada pure, io faccio con calma”
“Grazie e auguri per il bimbo”
“Di niente, arrivederci”
Incrocio lo sguardo del signore che mi sta fronte, i suoi occhi azzurri appaiono sereni ed il sorriso appagato. Mi porge il libro e mi rivolge la parola per la prima volta.
“Signora, tenga, glielo regalo. L’ho appena finito.” La sua è una voce profonda e calda, rassicurante. Anche mio figlio si tranquillizza. La sua gentilezza mi sorprende.
“Quando l’ho vista sedersi qui mi è venuta quest’idea del regalo. Ho pensato che sarebbe stato bello riuscire a farglielo. Allora mi sono concentrato per terminarlo prima di giungere a destinazione. Avevo fretta di finirlo. Legga queste fiabe al suo bambino già da ora. Sa che può sentire la sua voce anche se ovattata? Quando nascerà?”
“Ancora un paio di settimane!”
“Bene, tenga duro. Auguri per tutto!”
“Grazie, la sua gentilezza mi imbarazza”, mi sorride senza aggiungere altro e si avvia verso l’uscita.
“LIDOOOO! FINE CORSAAAA!”
La voce del marinaio, di nuovo chiara e squillante tradisce un entusiasmo dal sapore di liberazione.
2 commenti:
Vai Simo!!!
Noi facciamo il tifo per te!
E speriamo di vederci al più presto...forse domenica!
Baci! Silvia
riesco a vedervi solo dal lavoro perche' a casa non funziona piu' nulla, mi dispiace per il nonno. baci zia Nico
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